Valditara e il tetto agli stranieri in classe

L’idea iniziale era quella che per migliorare l’integrazione degli allievi stranieri fosse necessario istituire “ classi di accompagnamento”. Forse comprendendo che ciò richiamava troppo le vecchie classi differenziali il Ministro Valditara ha  ripiegato  su concetti più accettabili e cioè corsi pomeridiani di sostegno e tetto massimo di alunni stranieri in ogni classe nella proporzione del 20-30%. Spiega il Ministro  che in classi dove una gran parte  degli allievi risulti proveniente da culture diverse, difficilmente potrà avvenire una conoscenza ed una assimilazione della nostra cultura e perciò il rispetto dei valori costituzionali che segnano l’integrazione nel nostro stesso popolo. Il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ...

Se l’idea ha fondamenti di ragionevolezza tradurla in  una soluzione concreta non appare così semplice ed esente da rischi.

Da più parti si fa notare come esistano scuole in cui , data la  già alta percentuale di iscritti provenienti da paesi esteri, sarebbe impossibile non superare tale limite e d’altra parte, precisa l’Associazione Nazionale Presidi, non è possibile rifiutare l’iscrizione di allievi sulla base della cittadinanza. Inoltre esiste già una normativa, più precisamente una circolare ministeriale del 2010, che fissa al 30%, in modo elastico a discrezione degli Uffici scolastici Regionali, la presenza in una classe di allievi/e non cittadini italiani.

Stando alle statistiche, nell’anno scolastico 2021/2022, i casi in cui si superava tale percentuale era inferiore a 4 scuole per regione, una cifra molto esigua. Ciò fa pensare che non si tratti di una emergenza culturale come forse si vuol far credere, ma di una situazione affrontabile attraverso la normativa vigente, con elasticità, guardando alle situazioni specifiche, senza bisogno di ulteriori norme restrittive e dal sapore discriminatorio.

Non vorremmo mai che la teoria che sta alle spalle di tutto ciò fosse mirata ad identificare nella presenza di alunni immigrati uno dei problemi di funzionamento della Scuola Italiana. Problemi che esistono ma che attengono a tutt’altre cause, tra le quali proprio l’impostazione meritocratica e competitiva che il Ministro Valditara auspica e sta progressivamente cercando di attuare.

D’altra parte una percentuale di 20-30% di allievi stranieri in una classe significa 2 o 3 allievi ogni 10, che non è una quota difficile da gestire, considerando che per il fatto di provenire da altre nazioni non significa che non siano già in parte integrati nel contesto sociale e in possesso di buona padronanza linguistica (c’è chi è in Italia da anni senza averne ancora ottenuto la cittadinanza).

Pensare all’integrazione è cosa giusta, l’importante è non strumentalizzarla per altri fini; invitiamo il Ministro Valditara ad adoperarsi per una Scuola della cura e della partecipazione che permetta a tutti gli allievi di sentirsi inclusi indipendentemente dalla propria origine , cultura, condizione personale e sociale.

La scuola di cui c’è bisogno, che integra e accoglie, non può certamente essere quella del merito e della competizione.

Solidarietà con la Scuola di Pioltello

Abbiamo tutti seguito la vicenda dell’Istituto Comprensivo Iqbal Masih nella cittadina di Pioltello, il cui Consiglio di Istituto ha scelto nella propria legale autonomia di restare chiuso nel giorno di fine Ramadan, il 10 Aprile prossimo. La motivazione unisce il buon senso( in quel giorno mancherebbe quasi la metà degli studenti) al rispetto e  all’integrazione. Eppure ciò ha suscitato una  intensa campagna politica  tesa a suscitare  sospetto  verso la diversità culturale di chi è immigrato nel nostro Paese. Come Scuola del Gratuito abbiamo sentito il bisogno ed il dovere di esprimere al Dirigente dell’Istituto la nostra solidarietà.

Egregio Preside Alessandro Fanfoni,

ci sentiamo in dovere come equipe della Scuola del Gratuito di formularle la nostra più sentita solidarietà per gli eventi che Lei , i suoi insegnanti e le famiglie del suo Istituto state vivendo.

Non si può che provare sdegno di fronte all’accanimento con cui si è voluto prendere a pretesto una scelta logica e funzionale  per rinfocolare ideologicamente  il sospetto e la diffidenza verso gli stranieri e verso coloro che tentano con essi, come Lei e il suo Consiglio di Istituto,  un percorso di integrazione.

Tanto più che ciò avviene in un ambito delicato qual è quello educativo dove è inderogabile e necessario costruire inclusione, senso del rispetto e dialogo che non possono essere appresi dai giovani studenti sui libri se non prima  nelle relazioni della vita quotidiana di cui la Scuola è parte importante.

Nel clima politico attuale sta divenendo sempre più difficile tenere la barra dei valori fondamentali della convivenza civile e democratica ben diritta  e immune da tentativi di distorsione. Qualunque scelta scolastica ormai , come ci insegnano le cronache recentissime, non realizzare il presepe, non autorizzare  la benedizione pasquale, non celebrare la festa del Papà, , diviene pretesto  per suscitare animosità verso la convivenza con culture e religioni diverse .

Comprendiamo come non sia affatto semplice gestire in tale clima un Istituto scolastico e perciò tanto più apprezziamo la sua fermezza nel difendere le vostre legittime e intelligenti scelte.

La invitiamo a resistere ad ogni prevaricazione e a non ritornare sulle scelte civili ed esemplari che il suo Istituto ha operato perché possa costituire un  esempio ed un precedente da imitare per sconfiggere la cultura dell’odio  e riaffermare quella della cura e dell’inclusione.

Nel ribadirle tutta la nostra solidarietà auguriamo a Lei e alla sua Scuola di continuare nella strada intrapresa.

Aggiornamento
Nei giorni precedenti le vacanze pasquali, il Consiglio di Istituto del “Iqbal Masih” si è di nuovo riunito e ha confermato la propria scelta. Una vittoria di civiltà.

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Cos’è la scuola del gratuito

La “scuola del gratuito” è un progetto pedagogico che si pone come obiettivo un’educazione capace di liberare la scuola e la società dai disastrosi condizionamenti della cultura del “profitto”. leggi tutto

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